Sede Moro
La sua fondazione
La storia del Moro inizia nell’anno scolastico 1972-73 con la nascita in corso Giulio Cesare n.18 del VII Istituto Tecnico Commerciale. Inizialmente facevano parte del Moro l’attuale I.T.C.S. “8 Marzo” (sede staccata) e l’I.T.C.S. Arduino (succursale). In questi anni sono attivi gli indirizzi “Amministrativo” e “Periti Aziendali e Corrispondenti in lingue estere”.
Nell’ anno scolastico 1987/88, l’edificio di corso Giulio Cesare viene dichiarato inagibile.
Fino all’anno scolastico 1991/92, l’istituto è stato ospitato in parte presso la struttura scolastica in via Marinuzzi, in parte nei locali salesiani di via Paisiello.
Nell’anno scolastico 1993/94 si avvia la Sperimentazione “Proseguimento Lingue Straniere” per l’indirizzo amministrativo, consistente nel proseguimento fino al 5° anno di ambedue le lingue straniere. Nell’anno successivo inizia la Sperimentazione assistita “Progetto I.G.E.A.” (Indirizzo Giuridico Economico Aziendale) riguardante l’indirizzo ragionieri amministrativi. Tale sperimentazione andrà in ordinamento nell’anno scolastico 1996/97.
Soltanto nell’anno scolastico 1994-95 la scuola si stabilisce definitivamente nell’edificio di via Scotellaro n.15 con la creazione di laboratori di informatica, lingue e scienze.
Nell’anno scolastico 1999-2000 si attiva il corso pre-serale POLIS per il conseguimento del diploma di ragioniere amministrativo.
Nell’anno 2000 il Moro si è unito al Russell dando origine all’ Istituto di Istruzione Secondaria Russell-Moro.
L’origine del nome
Aldo Moro nasce a Maglie (LE) nel 1916. E’ stato un uomo politico italiano, presidente del Consiglio (1963-1968; 1974-1976); fu deputato della Democrazia Cristiana ininterrottamente dal 1948. Leader della corrente di sinistra della DC, Aldo Moro iniziò una politica di apertura verso il Partito comunista, che portò alla formazione di due governi di “solidarietà nazionale”, sorti allo scopo di fronteggiare l’emergenza del terrorismo e la crisi economica. Fu ucciso dalle Brigate Rosse a muore a Roma 1978.
Il Moro ha adottato come simbolo il gabbiano ispirandosi al testo di Richard Bach “Il gabbiano Jonathan Livingston”. Il protagonista della novella è insofferente al rigido conformismo dello stormo e nella sua ricerca di una idea di libertà verrà istruito da un gabbiano-istruttore. Quest’ultimo gli insegnerà a volare in primis con il pensiero e sarà per Jonathan un modello che lo trasformerà in un maestro capace perdonare ed istruire il proprio stormo.
La passione per il volo di Jonathan esprime la metafora della vita e della libertà. Per questo motivo spesso il gabbiano del Moro è accompagnato dalla frase “Abbiamo una ragione, una vera ragione di vita…imparare, scoprire cose nuove, essere liberi!”.
